Il 19 marzo presso il Royal Hotel Carlton si è svolto la serata promossa da LIONS CLUB BOLOGNA E LIONS CLUB CREVALCORE che ha visto la partecipazione di numerosi LIONS club dell’area bolognese e la partecipazione di A.I.D.D.A. e Pro-Futura, con circa 200 persone presenti, sul tema: “L’IMPORTANZA DELLA RICERCA: FARE LUCE SULL’UNIVERSO OSCURO CON LA MISSIONE SPAZIALE EUCLID”, relatori il Prof. Dario Braga, Pro-Rettore alla ricerca dell’Università di Bologna, ed il Prof. Andrea Cimatti, Ordinario in Astronomia all’Università di Bologna. Presente il Governatore del Distretto 108 Tb Francesco Ferraretti.
Il Prof. Braga ha efficacemente delineato lo stato della produzione scientifica internazionale e di quella italiana in particolare, sottolineando il buon livello del nostro paese che ben figura nonostante la concorrenza mondiale. Specie negli ultimi anni, infatti, paesi come Cina ed India hanno di molto implementato non solo la produzione industriale, ma anche la propria produzione scientifica. In particolare l’Università di Bologna, oltre a 16000 laureati all’anno, produce anche oltre 600 dottori di ricerca, cercando di privilegiare la ricerca orientata alla produzione, così da essere parte integrante del “sistema impresa” ed in modo da accedere ai finanziamenti europei per la ricerca scientifica. L’Università di Bologna, proseguendo un cammino iniziato alcuni anni fa e grazie ai numerosi e qualificati progetti di ricerca orientata, al momento può infatti contare su circa 63 milioni di euro di finanziamenti comunitari, a fronte di 6 milioni di euro stanziati per la ricerca dal bilancio dell’Ateneo. Il prof. Braga ha dunque ribadito l’assoluta importanza della ricerca orientata verso la produzione, sia come leva per l’occupazione, specie dei giovani ricercatori, e come possibile volano per la ripresa della produzione industriale italiana ed europea, sia come implementazione all’accesso ai finanziamenti comunitari per la ricerca scientifica.
Quale esempio di eccellenza della ricerca scientifica dell’Ateneo Bolognese il prof Cimatti ha poi brevemente illustrato i fini della missione spaziale Euclid che si propone di far luce sull’“universo oscuro” ovvero di quel 96% dell’universo la cui natura è ad oggi sconosciuta. Dall’osservazione astronomica ci si è in effetti da tempo avveduti che l’universo è in espansione e che la materia invisibile è di gran lunga molto più abbondante della materia visibile. Tuttavia la materia invisibile, ovvero oscura, cosi come l’energia oscura che la muove, sono di natura completamente sconosciuta. L’obiettivo della missione Euclid è proprio quello di fare luce su questi elementi sconosciuti dell’universo attraverso la messa in orbita di un satellite recante un telescopio del diametro di 120 cm per osservare i settori dell’universo palmo a palmo. Il telescopio verrà lanciato nel 2019 e rimarrà in orbita 5 o 6 anni per fare una mappatura tridimensionale dell’universo e disegnarne così l’evoluzione degli ultimi 10 miliardi di anni: è come cercare il dna dell’universo per carpirne il segreto della materia e dell’energia oscura. In questo progetto, tanto affascinante quanto complesso, sono coinvolte 13 nazioni che fanno parte del Consorzio Euclid, con Italia e Francia come capofila, l’Esa (ente spaziale europeo), la Nasa, l’Agenzia spaziale italiana ed il MIUR con oltre 150 scienziati e ricercatori italiani coinvolti, tra i quali il team bolognese è il più nutrito, a testimoniare che non c’è un reale confine tra scienza e ricerca pura e quella applicata.